Chi ha letto i testi “Ciminna Memorie e documenti” del 1911 e “Canti e leggende usi e costumi di Ciminna” del 1935,  dello storico Vito Graziano si rende conto del valore dell’opera realizzata da un medico antropologo che ha dedicato gran parte della sua vita agli altri ed alla diffusione di una viva ed animata ispirazione culturale.

Vito Graziano, è stato un personaggio indispensabile per la cultura ciminnese, grazie al suo lavoro ed alle sue pubblicazioni ha trasmesso ci ha fatto conoscere le caratteristiche ed i tratti della società del periodo nonché la storia della nostra comunità.

A lui si deve tanto, specialmente per aver posto le basi per la realizzare di una nuova Biblioteca a Ciminna e per aver recuperato nei locali dell’ex Ospedale Santo Spirito tutti i volumi in esso contenuti, posizionati incautamente per terra, inventariati e alcuni recuperati. Si trattava, secondo l’inventario fatto sempre dal Graziano, di ben 2.300 volumi, dei quali però, se ne poterono recuperare poco più di 800, essendo gli altri distrutti dall’umidità. Lo storico nei suoi documenti raccontava: “e ciò costò non piccola fatica ed anche un rischio dovendosi salire nel solaio con una scala di legno, per accedervi da una specie di sportello che era anche di piccole dimensioni. E fu gran pena, alla fine, vedere in mezzo alla Cappella un gran mucchio di libri anneriti e rosicchiati dai topi e irrecuperabili”..

Il Dott. Vito Graziano è stato un medico-chirurgo (Ciminna 1864-1942) che ha trascorso la maggior parte della propria vita nel paese natio. Ha conseguito la laurea in Scienze naturali nel 1889 presso l’Università di Palermo, interessandosi specialmente di meteorologia e geografia fisica. Da insegnate si è trasferito per ragioni di lavoro ad Agrigento, presso la R. Scuola Tecnica e dopo qualche periodo, nel 1891, ha conseguito anche la laurea in medicina e Chirurgia. Rientrato a Ciminna per esercitare la professione di medico condotto, attività che svolse per quarantadue anni, ha ricoperto le cariche di Ufficiale Sanitario e di medico titolare dell’Ospedale Santo Spirito di Ciminna. Nel 1900, in qualità di medico sanitario, invia una relazione al Medico provinciale nella quale denunciava le deplorevoli condizioni sanitarie del paese e la necessita di provvedere urgentemente per il risanamento: “… a nulla giovano le provvide leggi, a nulla valgono le libere istituzioni d’un popolo, se poi questo deve restare schiavo delle malattie e della morte. Lo stato igienico d’una città è l’indice dello sviluppo civile ed economico d’un popolo».

Così scriveva Maria Antonietta Rubino, su Vito Graziano, un dotto amante del sapere e della storia che ha svolto delle indagini a Ciminna sotto l’aspetto igienico-sanitario, tanto che a 47 anni, stampa i primi capitoli dedicati alla Demopsicologia ciminnese, che oltre a parlare di aspetti legati alle cultura popolare, ha evidenziato l’aspetto medico-fisiologico legato alle condizioni di vita della popolazione. Dalla raccolta degli scritti, arriva nel 1911 il successo per la pubblicazione del volume dedicato al suo paese: “Ciminna Memorie e documenti” incentrato sugli aspetti storico– politico-economici e geografici, con ampio spazio alle tradizioni folkloristiche popolari. La pubblicazione del volume è stata da stimolo al proseguimento delle ricerche storiche-etnoantropologiche. Durante la prima guerra mondiale fu nominato Presidente del Comitato per la difesa Civile, e in seguito (1930 – 1936) ebbe la nomina di Giudice Conciliatore, che col suo portamento riuscì a mediare positivamente tutte le cause e le lite civili in atto nel paese. Gli interessi per il folklore saranno quindi approfonditi in una serie di articoli pubblicati tra il 1912 e il 1917 sui periodici La Siciliana e Sicania. Questi scritti saranno successivamente ri-editi, insieme a nuovi contributi, nel volume Canti e leggende, usi e costumi di Ciminna (1935). L’Autore intese così integrare la storia municipale pubblicata nel 1911, come apertamente dichiara nell’Avvertenza al volume: «Lo scopo principale del presente lavoro è quello di completare sotto tutti gli aspetti la storia di Ciminna, poiché il folklore è anche storia, la quale abbraccia non solamente la narrazione degli avvenimenti più importanti, ma anche tutte le manifestazioni dell’uomo. Non esiste infatti alcuno storico che non parli anche degli usi e dei costumi, delle credenze e delle leggende d’un popolo, del quale narra la storia». Graziano coltivò inoltre uno specifico interesse per la paremiologia, pubblicando nel 1938 una raccolta di Proverbi siciliani illustrati e confrontati con quelli della Sacra Bibbia, dove si pone in particolare evidenza il valore di questi testi ai fini dell’educazione morale e spirituale del popolo. Altri due quaderni di proverbi siciliani, insieme a un dramma storico in tre atti intitolato “La figlia del castellano” (vicenda ambientata nella Ciminna del 1326) – sono invece rimasti inediti.

Come scrisse lo storico Francesco Brancato, fu notevole l’ondata di consensi, che ha avuto il Graziano nel mondo culturale siciliano, sollevati dalla pubblicazione del volume, ne parlarono tutti i periodici di maggior grido dell’epoca.

Giudizi favorevoli espressero altri storici e studiosi, fra cui il Pitrè, il grande folklorista, il quale gli scrisse, fra l’altro, di avere letto « con predilezione » il suo libro, e di avere trovato anche « qualche notizia nuova, come nuova è, per la poesia gli rilevò, fra l’altro la storia di P. Grech », del domenicano, cioè, che, per essere nato a Malta, a Ciminna era meglio conosciuto dal popolo come P. Malta e che fu priore alla fine del Settecento, del Convento di S. Domenico. Un « classico », dunque, può considerarsi nel suo genere questa storia di Ciminna e come tale si può annoverare tra i migliori testi di storia locale fioriti anche in Sicilia tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi due decenni del nuovo secolo.