Lungo questo itinerario si trovano quattro importanti siti archeologici: Contrada Cernuta, il Pizzo, Monte Maragliano e Monte Rotondo.

In contrada Cernuta fu rinvenuto un mosaico simile a quello di Carini e a quello della cripta di S. Elena di Roma, circostanza che ha fatto pensare alla presenza di una lussuosa dimora di epoca romana, probabilmente una villa. Gli unici resti visibili dell’antico insediamento sono i numerosi frammenti ceramici sparsi sul terreno.

Il sito archeologico più importante è senza dubbio il Pizzo di Ciminna, rilievo gessoso che ha restituito notevoli testimonianze archeologiche di età arcaica, classica e soprattutto ellenistica. Il centro, oggetto di scavi archeologici condotti dal Prof. Emmanuele Curti della Scuola di Specializzazione in Archeologia di Matera con il Birkbeck College dell’Università di Londra in convenzione con la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo, ha restituito una serie di strutture che si sviluppano su tre terrazze. È stata scoperta, inoltre, una struttura, che potrebbe essere interpretata come un santuario dedicato a Demetra. Degna di nota è la presenza, sulle balze del Pizzo, della grotta detta dei Saraceni, al cui interno è stato raccolto abbondante materiale ceramico databile all’Età del Rame.

A Nord del Pizzo si trova il Cozzo Maragliano, un modesto rilevo costituito da rocce della formazione Baucina, raggiungibile attraverso una strada sterrata che si diparte in direzione est dal nostro itinerario. Su una piccola altura più a Nord di 500 metri si apre la Grotta Ruggeri, frequentata nella media Età del Rame.

Infine Monte Rotondo è un rilievo dalle pareti a strapiombo, tranne che dal lato meridionale che è di facile accesso. Qui dovette svilupparsi un insediamento di età medievale, a giudicare dai cocci di ceramica invetriata sparsi in superficie. Si segnalano anche delle tombe a fossa, scavate nella roccia, mentre sulla sommità dell’altura si possono osservare i resti di un edificio diruto, forse un’antica cappella. Un altro sito di età medievale si trova sui terreni a Sud, come testimoniano i resti di ceramica con decorazione corrugata, a bande brune o rossastre e invetriata.